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LA NEWSLETTER SETTIMANALE DI ANDREA BATILLA

IL CASO DARIO VITALE SPIEGATO BENE

Quando John Galliano diventa direttore creativo di Givenchy nel Luglio del 1995 prende il posto di Hubert de Givenchy stesso che è ancora vivissimo e vivrà fino al 2018. Nel 1995 il gruppo LVMH ha 10 brand e fattura circa 5 miliardi di euro. Oggi ha 75 brand e ha fatturato nel 2024 84,7 miliardi di euro.

Non è possibile sapere quanto fatturasse Givenchy nel 1995 ma probabilmente una cifra vicina allo zero per l’abbigliamento e qualche decina di milioni di profumi e cosmetica.

Quando l’anno successivo Alexander McQueen sostituirà Galliano alla guida del marchio la situazione sarà più o meno invariata.

Prendere in mano un marchio che sostanzialmente non esiste più regala una libertà creativa e di movimento che nel mondo della moda di oggi non esiste più. Gli anni ’90 sono stati tempi pionieristici e meravigliosi ma ci sono voluti decenni perché si arrivasse alle cifre e alla gestione dei brand di oggi.

Versace ha fatturato 1,10 miliardi nel 2023, 1,03 nel 2024 e ci si aspetta un’ulteriore decrescita nel 2025. Capite che la situazione che Dario Vitale, attuale direttore creativo, si trova davanti è un filo diversa da quella di Galliano. In questi 30 anni la moda ha trasformato la sua essenza profonda da commercio di vestiti, profumi e cosmetici in business finanziario. La cosa in sè non sarebbe negativa se nel frattempo il sistema avesse capito come coniugare una credibile spinta creativa con l’incessante necessità di crescere. Invece il sistema, a certi livelli, opera esattamente come nel 1995, pensando che il problema più importante da risolvere per riportare un marchio in acque sicure sia la scelta del direttore creativo.

Dario Vitale, prima di arrivare a una posizione che sembra già traballante ancora prima di iniziare, ha probabilmente fatto colloqui con cacciatori di teste, personale delle risorse umane di Versace, management di Capri Holding, il CEO Emmanuel Gintzburger e forse anche Donatella stessa. Ha sicuramente affrontato un processo di selezione piuttosto lungo (processo in cui Prada pare non essere stata coinvolta) e ha di certo presentato un progetto con la sua visione del brand.

Se, come pare, il primissimo risultato di questa visione non è soddisfacente al punto da cancellare la sfilata di Settembre forse il problema non è di Dario Vitale ma di chi  ha approvato quel progetto.

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Tópico POST SETTIMANALI

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