Il Gioco dell’Estate, San Vito e le parole. Qualche salto.
L'estate per assonanza è stata. È per questo che i Righeira avevano già capito tutto. Sono quelli che l'hanno capita meglio.

"UN'ALTRA REALTÀ"
dispositivo di attivazione patafisica
Collage 15x21 su pannello di legno.
SAN VITO E IL VUOTO DELL’ESTATE
Per capire l’estate ci si può fare attraversare dalla storia di San Vito - che si festeggia il 15 giugno.
Il racconto leggendario della vita di San Vito è ricchissimo di particolari misteriosi. Ne percorro qui i principali, per salti. Sarà divertente seguirli; avviso che spesso potranno sembrare acrobatici - con la voglia, e la promessa, di farne poi un podcast per spiegare un po’ più approfonditamente questa serie di scoperte, in un nuovo format che aprirà la prossima stagione del Teatrino del Sogno 2026.
Innanzitutto Sant’ Vit’ è il santo del famoso ballo di San Vito - morbo che renderebbe irrequieti, producendo movimenti incontrollabili, fino al ballo estatico, e ritualizzato per “intercessione” del Santo come cura. Ci furono alcuni famosi episodi di balli collettivi, ancora parzialmente inspiegabili, in cui intere città europee durante il medioevo furono preda del morbo per giorni.
San Vito è rappresentato principalmente con due diverse iconografie: una - diffusa soprattutto nell’Europa del Nord, dove pare siano state trasportate alcune delle reliquie del Santo - in cui viene rappresentato nel calderone insieme ai suoi “tutori”, Modesto e Crescenzia - una delle tappe del martirio da cui ne è uscito illeso. L’altra - diffusa soprattutto nel Sud Italia - in cui viene rappresentato con un cane alla catena.
Una cosa molto strana è che il cane non compare mai nelle biografie leggendarie del Santo. E allora? Da dove viene? Potrebbe essere un collegamento affascinante con la canicola - il caldo tipico dell’estate - e il cane astronomico - la costellazione del Canis Maior - e in particolare con la sua stella più luminosa: Sirio. È affascinante seguire questo racconto soprattutto perché Sirio è stato un riferimento importantissimo nel cosmo e nel calendario degli antichi; riferimento che ha subito nel corso dei millenni un cambiamento importante nel suo sorgere e tramontare, a causa della precessione degli equinozi. Fu probabilmente uno sconvolgimento profondissimo nell’orientamento di quei nostri antenati.
Quel cane potrebbe quindi essere una specie di vuoto; vuoto causato da qul mitico “slittamento di Tempo”.
Il vuoto mitico dell’estate,
è proprio lo stesso cantato in “Azzurro”?
Azzurro /Il pomeriggio è troppo azzurro /E lungo per me /Mi accorgo di non avere più risorse senza di te /E allora Io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te /Il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario va
E, a proposito di canzoni, è interessante notare che esiste un preciso genere musicale di Canzoni dell’Estate - e non esistono invece quelle dell’Autunno, o dell’Inverno -; con un’eccezione particolare per le Canzoni di Natale - ma questa è un’altra storia.
Così, un po’ per gioco, possiamo ipotizzare che sia un tentativo di riempire quel vuoto di Tempo, di ritmo, attraverso le canzoni.
Per capire cosa può essere simbolicamente quel vuoto interiore, si può fare un altro salto e continuare a scorrere il calendario magico dell’estate, notando che tutti i Santi dei “pazzi”, degli epilettici, dei tarantolati, si trovano dopo San Vito, proprio dentro l’estate. Quel vuoto forse può essere un vuoto di senso - considerando anche che l’estate per i nostri antenati era una stagione cruciale per i raccolti, di attesa, di giornate lunghissime, e forse anche di una certa ansia per il futuro.
Sulla traccia di questo percorso-racconto abbiamo costruito il Gioco dell’Estate, in esclusiva per i pionieri dell’Altopiano del Nolan 2025:
(se vuoi sapere come entrare nel gruppo del Teatrino del Sogno 2026, scrivimi una mail a: laltopianodelnolan@gmail.com)
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