Mappa Concettuale - L’ITALIA del BOOM ECONOMICO
Tra il 1958 e il 1963 l’Italia vive uno dei periodi più intensi e sorprendenti della sua storia: il miracolo economico. In pochi anni, un Paese ancora segnato dalla guerra si trasforma in una potenza industriale, pronta a rivaleggiare con le economie più avanzate d’Europa.
Il PIL cresce vertiginosamente, il reddito pro capite raddoppia e l’industria esplode. La Fiat, la Motta, la Olivetti diventano simboli del nuovo Made in Italy, mentre la manodopera a basso costo e l’emigrazione interna alimentano una crescita senza precedenti. Nel cuore di questo boom troviamo innovazioni tecnologiche, come il Moplen di Giulio Natta, e settori strategici come gli elettrodomestici e l’abbigliamento, che trainano l’export italiano nel mondo.
Ma non è tutto oro quello che luccica: aumentano le disuguaglianze tra Nord e Sud, la campagna si svuota, le città si espandono senza controllo, e l’agricoltura non riesce a tenere il passo. In pochi anni l’Italia entra nella modernità con l’asfalto sotto i piedi e una TV accesa in salotto.
L’urbanizzazione cambia il volto delle città, l’automobile diventa simbolo di mobilità e progresso, e la televisione — con programmi come Non è mai troppo tardi — trasforma la lingua e la cultura popolare. In mezzo a tutto questo, esplode anche la tensione sociale: le proteste operaie, l’inflazione, l’arresto degli investimenti. Il miracolo si incrina, e il 1964 segna la fine dell’euforia.
Tuttavia, ciò che resta è una nuova Italia, più ricca, più connessa, più urbana, ma anche più complessa. Una trasformazione così veloce da mettere in crisi la politica stessa, che presto dovrà rispondere alle nuove esigenze di una società che non è più quella contadina e frammentata del dopoguerra.
Un viaggio dentro gli anni in cui si gettano le basi del nostro presente.
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